lunedì 26 settembre 2011

Le lampadine a risparmio energetico e i rischi per la nostra salute

È finita la storia delle vecchie lampadine al tungsteno
Se avessi scritto questo articolo sulle lampadine a risparmio energetico (o lampade fluorescenti compatte o, nella vecchia dicitura, lampade al neon) qualche anno fa, vi avrei consigliato di utilizzarle al posto delle normali lampadine ad incandescenza, ma ci ha pensato l'Unione Europea a stabilire che, entro il 2012, queste ultime non potranno essere più prodotte e dovranno sparire dal commercio entro il 2016. Le lampadine a risparmio energetico diventeranno quindi la principale fonte per l'illuminazione pubblica e domestica, con i tanti vantaggi che ne deriveranno.

Lampadine a confronto
Le lampadine ad incandescenza sono le comuni lampadine, costituite da un bulbo in vetro riempito di gas inerte, all'interno del quale un filamento di tungsteno, attraversato dalla corrente elettrica, crea una resistenza diventando incandescente ed emettendo luce. Una luce modesta, una grossa produzione di calore, un precoce invecchiamento (circa 1000 ore di vita) e un forte consumo energetico (classe di efficienza energetica F o G). Esistono da 25-40-60-75-100-150-200 watt. Ma hanno anche alcuni vantaggi rispetto alle lampadine a risparmio energetico: non hanno bisogno di tempo per “carburare” ed arrivare ad emettere tutto il loro potenziale luminoso, la luce è calda, con un ottimo indice di resa cromatica, l'intensità luminosa può essere regolata attraverso apposite manopole dette “dimmer”, hanno dimensioni ridotte e soprattutto non sono pericolose per l’ambiente (poi vi spiegherò cosa voglio dire).
Le lampade fluorescenti compatte (CFL), presentano invece numerosi vantaggi: il primo è senza dubbio quello del risparmio energetico (classe di efficienza energetica A), che non si discute, facendo risparmiare fino all'80% rispetto alle lampadine tradizionali. La durata media della loro vita media si aggira sugli otto/dieci anni, che è tantissimo rispetto l'anno di vita medio delle vecchie lampadine. Oggi anche le loro dimensioni, rispetto al passato, sono notevolmente ridotte grazie alla loro forma a serpentina o spirale, dimensioni paragonabili a quelle delle lampadine classiche. Ma come funzionano? Agli estremi del tubolare sono presenti degli elettrodi che, attraversati dall’energia elettrica, fanno sì che si attivi una sostanza fluorescente presente nel tubolare stesso, la quale emetterà radiazioni ultraviolette che, a contatto con determinate polveri sempre all’interno del tubo, si trasformeranno in radiazioni luminose. La qualità della luce emessa dipende molto dal tipo di miscela fluorescente utilizzata, che può variare da un tipo di lampadina ad un altro. Le miscele di polveri di ultima generazione hanno permesso di ottenere delle tonalità di luce non dissimili da quelle delle vecchie lampadine ad incandescenza, con un indubbio vantaggio del comfort visivo. Possiamo lasciarle accese senza troppi patemi d’animo: meno accensioni e spegnimenti hanno, più durano e meno consumano!


Ma non tutti sanno che…
L’allarme è partito addirittura nel lontano 1990 negli USA, quando l’EPA (Environmental Protection Agency) aveva riscontrato la presenza di grosse e anomale concentrazioni di inquinanti nelle acque di drenaggio delle normali discariche, tra cui il mercurio, la sostanza più inquinante presente sul nostro pianeta. E sì, purtroppo nella sostanza fluorescente alla base delle lampadine a risparmio energetico c’è il mercurio, la cui oscillazione degli atomi trasforma i raggi ultravioletti in raggi luminosi, come descritto precedentemente. Pensate che 1 milligrammo di mercurio è capace di inquinare 4000 litri di acqua! Questo, purtroppo, smentisce l’idea comune dell’eco-compatibilità di queste lampadine, visto che dietro al “mito” del risparmio energetico c’è il problema delle sostanze tossiche in esse contenute. Il problema non è tanto nel processo di smaltimento, che dove eseguito correttamente non dovrebbe comportare nessun danno ambientale, ma sorge qualora lo smaltimento non avvenga come stabilito dalla legge o non avvenga proprio. Si è calcolato che la quantità di mercurio riversato nell’ambiente a causa del mancato smaltimento delle CFL raggiungerà la spaventosa cifra di 3 tonnellate nel 2020! È assurdo che nel 2011 la Comunità Europea abbia deciso di mettere al bando le vecchia lampadine ad incandescenza senza che in Italia si sia fatta una campagna per il corretto smaltimento delle lampade fluorescenti compatte, che finiscono nei normali bodoni della spazzatura riversando nell’ambiente il pericolosissimo mercurio. Pensateci bene: ma le sapevate queste cose? Dove buttate le vostre lampadine a risparmio energetico? Siete consapevoli che buttando una lampadina a risparmio energetico nella pattumiera date il vostro piccolo contributo al disastro ambientale?

Come si smaltiscono le lampadine a risparmio energetico?
Le lampadine a risparmio energetico, una volta esaurite, diventano “rifiuti pericolosi” e non possono essere smaltite nella normale pattumiera o nel cassonetto. Cosa farne allora? Qui le notizie a disposizione sono poche e poco precise. Dal novembre 2007 il decreto ministeriale 185/2007 ha reso operativo il decreto legislativo 151/2005 che disciplina proprio lo smaltimento di questo tipo di prodotti: in teoria bisognerebbe riconsegnare queste lampadine esaurite nei punti vendita, come avviene per i normali elettrodomestici usati, per cui già paghiamo una tassa di riciclaggio anticipata di 22 centesimi per lampada. In verità nessun punto vendita le accetta, perché, anche se c’è il decreto, nessuno ha detto come si deve fare lo smaltimento ed i negozi rifiutano di accumulare lampade usate che non sanno poi dove buttare (finiranno ugualmente nella normale pattumiera?). Nel 2004 è stato addirittura creata Ecolamp, un consorzio per il recupero e lo smaltimento di apparecchiature di illuminazione, che, è evidente, non funziona. La mia esperienza personale è di aver tentato la riconsegna di alcune lampadine esaurite in tre punti vendita, ma gli addetti sono caduti dalle nuvole. Le lampadine le ho ancora qui a casa, in attesa che qualcuno si degni di farmi sapere cosa ne devo fare.

Quando la lampadina cade e si rompe…
Ma cosa succede in casa se dovesse rompersi una lampadina a risparmio energetico? Nessuno ci parla dei reali rischi che si corrono nel contatto con le polveri e le altre sostanze che si liberano nell’ambiente dopo la rottura di una CFL o fluorescente tubolare. A livello di Comunità Europea, al momento esiste solo un’interrogazione che rende noto il problema, ma nulla di concreto per la tutela dei cittadini. A questo punto torna in nostro aiuto l’EPA - Enviromental Protection Agency, che ha pubblicato un testo, aggiornato il 25 febbraio 2008, con suggerimenti sui comportamenti da adottare in caso di rottura di questa lampadine, per tutelare la salute e rimuovere-smaltire le scorie:
1) Spegnere i sistemi di condizionamento e aerare il locale per almeno 15 minuti;
2) non usare aspirapolvere o scope, che potrebbero causare la frammentazione e la dispersione delle particelle di mercurio;
3) non raccogliere frammenti e polveri con le mani, ma aiutarsi con corpi rigidi, come fogli di cartone;
4) sistemare il materiale raccolto all’interno di contenitori ermetici (ad es. vasi di vetro con coperchio o sacchetti di plastica);
5) se avete erroneamente usato un aspirapolvere per raccogliere le scorie, rimuovere il sacchetto interno e riporlo senza aprirlo in un sacco di plastica a chiusura ermetica;
6) se gli indumenti sono entrati in contatto con le polveri fuoriuscite dalla lampadina, non lavarli assolutamente in lavatrice, ma riporli all’interno di contenitori ermetici ed eliminarli;
7) portare in discarica i materiali sigillati, affinché vengano adeguatamente smaltiti.
Abbastanza allarmante, vero? Ma non finisce qui. È dello scorso anno la notizia, ripresa dalla AdnKronos, che l’Ufficio Federale della Sanità Pubblica Svizzera, dopo un’indagine svolta dalla It'Is Foundation di Zurigo, ha avvertito che le lampade a risparmio energetico producono un campo magnetico il cui valore di intensità, rilevato a distanze inferiori a trenta centimetri, supera i limiti stabiliti per la sicurezza. Le lampade a risparmio energetico sono dotate di un trasformatore ed emettono campi elettrici e magnetici a bassa e media frequenza, che possono generare nell’organismo umano correnti elettriche in grado di provocare infiammazioni di nervi e muscoli. Per questo motivo, “a titolo prudenziale”, l’ente svizzero invita a mantenere “un’opportuna distanza”, soprattutto se queste lampadine restano a lungo accese e in vicinanza di una persona, come nel caso di lampade poste sulle scrivanie.


Morale della favola: le lampade fluorescenti compatte ci permettono di risparmiare energia, ma sono pericolose per l’ambiente e la salute perché contengono mercurio. Lavoriamo tutti coscienziosamente per un loro corretto smaltimento, in attesa di normative specifiche.