sabato 28 settembre 2013

Aloe Vera, il miracolo della natura

Rimedi naturali per i problemi di salute 

Parlare di salute su un blog di economia domestica può sembrare fuori luogo, ma vi assicuro che non lo è. Soprattutto se pensiamo che, quando la salute viene a mancare (come è successo a me), si è costretti a mettere la mano al portafogli e iniziare a peregrinare tra medici e ospedali. Una spesa, oltre che un disagio, credetemi. Tante volte mi sono chiesto: “Ma proprio a me doveva capitare?”, poi ti accorgi che sono tante le persone che si ammalano, il fatto è che le vedi solo quando finisci in ospedale. Altre volte mi sono chiesto: “Ma potevo prevenirlo?” e ora conosco la risposta “Sì, qualcosa si poteva fare”. Alcune malattie sono certamente dovute ad una predisposizione genetica o all'attacco di virus e batteri, ma è anche vero che con uno stile di vita sano ed equilibrato è possibile prevenire molte di queste malattie, rinforzando le nostre difese immunitarie, così come è possibile prevenire quelle determinate o agevolate dai nostri comportamenti alimentari. Ecco, la parola chiave è “stile di vita sano”, questo è quel qualcosa che possiamo fare per la nostra salute. Se ci muoviamo solo quando la malattia ci ha colpito, può essere troppo tardi, meglio pensarci prima, meglio adottare dei comportamenti che possono evitare l'insorgenza di queste patologie che, al di là delle spese da affrontare, possono mettere a repentaglio la nostra stessa vita. Per me la svolta è stata conoscere le proprietà di una pianta miracolosa che si chiama Aloe Vera. Con l'Aloe Vera ho ottenuto un duplice beneficio: ho potuto risolvere un problema di salute che mi attanagliava da tempo, mettendo la parola fine alle continue visite mediche e relativi salassi economici, in più l'ho introdotta nella mia vita in modo da aiutarmi a prevenire l'insorgenza di altre malattie. I prodotti a base di Aloe Vera non possono più mancare nella mia casa. 

La mia esperienza: come sono guarito con l'Aloe Vera
Nel 2003 ho cominciato a soffrire di colite. I disturbi sono andati degenerando col tempo, assumendo contorni drammatici: non è bello essere invitati a cena o andare ad una cerimonia ed avere il pensiero fisso “Dove sarà il bagno?...”. Quando ho deciso di farmi visitare da un gastroenterologo, ho ottenuto il seguente verdetto: Colite Cronica o Sindrome del Colon Irritabile, malattia per la quale non c'è cura. Avete capito bene, non c'è una cura farmacologica che possa rimetterti in sesto, l'unica cosa da fare è mettersi a dieta e gestire le eventuali ricadute. La dieta è stata qualcosa di terribile, praticamente non potevo mangiare più nulla: no condimenti, no soffritti e fritti, no salse, no dolci, no latte e latticini, no verdura, no frutta. Dico la verità: non sono mai riuscito a seguire questa dieta, troppo restrittiva, oserei dire “disumana”. Il risultato fu che stavo sempre più male, continue visite presso altri specialisti, senza mai trovare una strada, alcune colonscopie (che tortura!), perdita costante di peso (ero ridotto pelle e ossa). Questa storia è andata avanti per circa sette anni. Poi c'è stata la svolta: una mia conoscente mi ha proposto “Perché non provi con l'Aloe Vera?”. E cos'è? Lei mi ha spiegato che si trattava di una pianta e che bevendo il succo ottenuto dalle sue foglie, si potevano ottenere risultati miracolosi per la salute. Io ero sempre stato molto scettico su queste cose, ma ero arrivato a un tale livello di disperazione che mi sono deciso ad intraprendere questa strada per risolvere il mio problema. Questa conoscente mi ha consigliato di usare l'Aloe Vera della Forever Living, che è la migliore azienda mondiale del settore. Non ci ho pensato sopra due volte e ho ordinato subito tre flaconi (mi sono dovuto iscrivere tramite questa conoscente e i prodotti mi sono arrivati direttamente a casa). Per farla breve: dopo solo un mese di cura ho avuto già i primi benefici, dopo tre mesi non avevo più sintomi! Adesso posso mangiare tutto! Un miracolo! Da quel giorno l'Aloe Vera è entrata definitivamente nella mia vita e non la lascerò più. 

Cos'è l'Aloe Vera 
Sembra una pianta grassa, ma è della famiglia delle liliacee, imparentata con il giglio, l'aglio, la cipolla e l'asparago. Vive nelle zone desertiche del mondo ed è stata coltivata dall'uomo sin dagli albori della storia per le sue qualità curative. Ne parlano nei loro scritti gli antichi egizi e i sumeri, la usava Alessandro Magno per curare i suoi soldati feriti in battaglia, Cristoforo Colombo riteneva L'Aloe Vera era uno dei prodotti della terra più utili all'uomo, insieme al vino, all'olio d'oliva e al grano. Della pianta si prendono le lunghe foglie e, asportata la buccia (che è tossica), otteniamo il gel di Aloe Vera, ricco di straordinarie proprietà in quanto contiene al suo interno oltre duecento elementi utili per il nostro organismo, tra cui vitamine, minerali, amminoacidi, monosaccaridi e polisaccaridi. In virtù di questi elementi, il gel di aloe ha delle proprietà antiinfiammatorie, antisettiche, disintossicanti, nutritive ed idratanti, stimola la reazione immunitaria ed è un veicolante di principi attivi all'interno delle nostre cellule. Grazie a queste qualità, l'Aloe Vera è un ottimo coadiuvante per la cura di problemi cutanei, gastrointestinali, cardiovascolari (pressione alta), ossa e articolazioni, psoriasi, diabete, colesterolo alto. Abbinato a dei giusti integratori (ad esempio: Aloe vera Gel + Arctic Sea capsule, contro il colesterolo alto) otterremo dei risultati sorprendenti per la nostra salute. E' riconosciuta l'utilità dell'Aloe Vera nelle seguenti patologie:
acidità di stomaco
acne
cistite
colite
allergia alimentare
allergia cutanea
deficit del sistema immunitario
anemia
dermatite
angina pectoris
dermatite seborroica
emorroidi - ragadi anali
arteriosclerosi
diabete
artrite
dismenorrea
artrite reumatoide
dispepsia
artrosi
ascesso
duodenite
bronchite
eccesso di tossine (disintossicazione)
alopecia
eczema
ematomi
forfora e seborrea
ustioni
gastrite
stitichezza
herpes
impotenza
insonnia
ipercolesterolemia
ipertensione
ipertrigliceridemia
lombalgia
menopausa
micosi
psoriasi
punture di insetto
rughe (per attenuare)
sciatalgia

Forever Living Products 
La Forever Living Products è nata negli Stati Uniti nel 1978 ed è la prima produttrice al mondo di Aloe Vera, detenendo il 93% del mercato mondiale. Questo grazie ad un brevetto che gli permette di stabilizzare a freddo il gel di Aloe Vera. Cosa significa? Una volta tagliata la foglia, il gel al suo interno si ossida nel giro di quattro ore, perdendo buona parte delle sue proprietà benefiche. Grazie al brevetto della Forever Living, il gel viene stabilizzato a freddo grazie all'aggiunta di sostanze vegetali naturali che ne impediscono l'ossidazione e, una volta imbottigliato, conserva intatte tutte le sue caratteristiche per quattro anni. Nessun altra Aloe Vera presente in commercio vanta le stesse caratteristiche di qualità come quella della Forever Living. Oltre all'Aloe Vera Gel, anche gli integratori e le creme hanno una qualità eccelsa, grazie ad una ricerca scientifica senza sosta che perfeziona il prodotto dove perfettibile, crea nuovi integratori che ci aiutano nel mantenimento del nostro stato di salute. Il prodotto di punta è sicuramente l'Aloe Vera Gel, la bevanda che è Aloe Vera pura, senza aggiunte di acqua o conservanti artificiali. Essa è alla base del programma di disintossicazione del nostro organismo offerto dalla Forever Living (Clean 9). Tra gli integratori mi piace ricordare l'Arctic Sea, a base di omega 3, 6 e 9, che mi ha aiutato ad abbassare l'alto tasso di colesterolo, L'Active HA, a base di acido ialuronico, per rigenerare la pelle e le cartilagini, Forever VIT, l'integratore vitaminico ultracompleto che non ha eguali sul mercato, il Probiotic, che potenzia il nostro sistema immunitario ripristinando la flora batterica intestinale. Tra le creme, non può mancare in casa l'Aloe Vera Gelly, 100% Aloe Vera Gel, studiato specificatamente per applicazioni cutanee al fine di ammorbidire, proteggere e lenire la pelle. Da tenere sempre a portata di mano contro ustioni, punture d'insetto, dermatiti. E poi Aloe Heat Lotion, crema riscaldante per problemi muscolari, l'Aloe MSM Gel, combatte i dolori delle giunture, reumatici ed articolari. Fra i componenti del gel stabilizzato compare anche la lignina, una sostanza in grado di penetrare nella pelle in profondità, permettendo così all’MSM di giungere sino ai tessuti più profondi, come i tendini. Ma i prodotti della Forever Living sono tantissimi e in questo spazio non ci stanno tutti... peccato! 

Il network marketing 
La Forever Living Products vende i suoi prodotti tramite un innovativo sistema chiamato network marketing, in parole povere il passaparola. Il passaparola prevede che ciascuno di noi, in base alle proprie esperienze con il prodotto, possa consigliarlo ad un'altra persona, creando una rete di contatti (umani) che salta i consueti canali di vendita e distribuzione: il prodotto arriva dall'azienda al consumatore senza intermediari (grossisti, trasportatori, ecc...), se non la persona che con il passaparola ci ha fatto conoscere il prodotto, quindi senza i costi di filiera. Non ci sono obblighi di nessun tipo, potete fare un ordine di prodotti e poi un altro ancora dopo venti anni, nessuno vi verrà a fare pressione per acquistare, così come nessuno vi verrà mai a fare pressione per promuovere i prodotti. Libertà totale. Con questo sistema, la Forever Living risparmia milioni di dollari in pubblicità televisiva. La pubblicità la fanno le persone che si sono innamorate del prodotto, con le loro testimonianze. I milioni di dollari così risparmiati, vengono completamente investiti nella ricerca scientifica, e questo spiega perché i prodotti Forever sono così all'avanguardia e vengono continuamente migliorati. Molti si lamentano del fatto che, per fare acquisti, bisogna per forza iscriversi attraverso un incaricato Forever e non poter andare semplicemente in un negozio o in una farmacia, ma se si capisce che questo è il sistema che permette all'azienda di investire così tanti soldi nella ricerca scientifica, forse conviene tenerci i suoi ottimi prodotti, contro tutti quelli annacquati e inefficaci che affollano gli scaffali delle erboristerie. 

Contatti 
Adesso che vi ho portato (o spero di avervi portato) in questo mondo fantastico dell'Aloe Vera, mi sembra giusto aiutarvi ad entrare anche nel mondo della Forever Living. Potrete conoscere meglio tutti i prodotti dell'azienda ed eventualmente acquistarli on-line, cliccando su questo link Foreverliving (io sarò il vostro sponsor), per ulteriori informazioni e delucidazioni, scrivetemi pure a questo indirizzo e-mail.


Morale della favola: iniziamo a prenderci cura della nostra salute, in modo naturale, usando l'Aloe Vera.

sabato 24 agosto 2013

Orto: il compostaggio


Il ciclo della natura
In natura la sostanza organica morta, come foglie secche, feci, spoglie di animali e così via, viene decomposta da microrganismi, insetti e lombrichi presenti nel terreno, fino ad essere trasformata in acqua, anidride carbonica, sali minerali e humus. Con il compostaggio, l'essere umano  ha voluto ricreare questo processo in modo controllato, così da poter disporre di concime da utilizzare nella coltivazione delle piante. Io mi occupo di compostaggio da tempo ed ho iniziato a farlo per rendere “qualitativamente migliore” la spazzatura: nel mio comune non si fa la raccolta porta a porta, i bidoni della differenziata sono piuttosto lontani ed ognuno smaltisce in coscienza i suoi rifiuti. Facendo compostaggio da dieci anni, dapprima ho eliminato dal sacco della spazzatura gli ingombranti rifiuti organici ed ora riesco a fare una buona differenziata, portando nel luogo di raccolta solo carta, vetro, olii esausti e indifferenziata. Inoltre, avendo un orto dietro casa, dispongo del concime sufficiente per le mie piante. Ma anche se non avete un orto, una buona ragione per fare compostaggio potrebbe essere la coscienza civico-ambientalista in quanto, utilizzando una parte dei rifiuti organici per produrre compost, ne riduciamo quelle quantità che l'autorità preposta (il Comune) è costretta a gestire con difficoltà e ingenti costi. Tenete presente che alcuni Comuni evoluti, specialmente nel Nord Italia, appunto per evitare i disagi della gestione dei rifiuti organici (causa degli odori molesti tipici delle discariche), forniscono gratuitamente un composter e offrono uno sconto sulla tassa dei rifiuti, che di questi tempi non è poco. Informatevi presso il vostro Comune.

Compostaggio tramite composter
Il composter è un contenitore di forma cubica o piramidale, dotato di un coperchio in alto per il caricamento del materiale da compostare, e di uno sportello in basso per prelevare il compost maturo. Nelle pareti di questo contenitore sono presenti una serie di fessure o fori, utili per la circolazione dell’aria al suo interno. La base del composter è a diretto contatto con il terreno, in modo da facilitare la fuoriuscita dei liquidi e favorire l'azione di insetti e lombrichi nel processo di trasformazione in humus. I microrganismi necessari a questa trasformazione sono detti aerobi, cioè vivono solo in presenza di ossigeno. Se quest’ultimo viene a mancare, essi muoiono e lasciano il posto ad altri microrganismi detti anaerobi (vivono solo in assenza di ossigeno) che avviano una sorta di degradazione del materiale, ma producendo sostanze maleodoranti e tossiche per i vegetali. Per questo il composter è dotato dei fori laterali: essi permettono una buona ossigenazione della materia organica, evitando la formazione dei microrganismi anaerobi. I materiali da compostare non devono mai essere né troppo bagnati né troppo asciutti. A tal proposito bisogna saper miscelare sapientemente (ma non troppo, non vi spaventate) scarti freschi e scarti secchi. Gli scarti freschi, o verdi, sono: erba appena sfalciata, foglie verdi, residui di cibo, ecc..., mentre gli scarti secchi, o marroni, sono: foglie secche, paglia, trucioli di legno, carta e cartone. Alla base del composter va predisposto uno strato drenante fatto di materiale come ramaglie e potature sminuzzate, quindi possiamo iniziare a riempire il contenitore. Man mano che il composter andrà riempiendosi, il materiale messo per prima si trasformerà prima e, dopo circa sei mesi, sarà possibile prelevarlo dallo sportellino posto alla base per essere utilizzato. Il mio consiglio, però, è quello di farlo maturare ancora un paio di mesi fuori dal composter. Per facilitare la trasformazione sarebbe utile procedere saltuariamente ad un rivoltamento, usando il forcone.

Compostaggio sul balcone
Non so se questo è un mio brevetto o lo fa qualcun altro, però faccio compostaggio anche sul balcone. Utilizzo il balcone dove tengo i vasi con i fiori e gli odori per la cucina (basilico, prezzemolo, maggiorana, peperoncino, ecc...), che sovente si sporca di foglie, petali di fiori, rametti secchi. Utilizzo un semplice vaso, abbastanza grande, nel quale dispongo circa tre centimetri di terriccio sul fondo. Quando passo la ramazza per  raccogliere le foglie cadute o le altre parti organiche della pianta, le metto in questo vaso. Il sottovaso lo dispongo a mo' di coperchio, ma potreste anche lasciarlo al suo posto. Quando il vaso è pieno, copro il tutto con altri tre centimetri di terriccio, l'aspetto è quello di un normale vaso di terra, ma, sotto, la materia organica è in fermento. Lascio stare così per circa tre/quattro mesi, poi inizio ad innaffiare in modo da accelerare il processo di trasformazione della materia organica. Se non vi disgusta, potete mettere a questo punto uno o due lombrichi, che daranno una mano importante al raggiungimento del prodotto finale. Dopo altri tre mesi circa, avrete il vostro terriccio “fatto in casa”.

Cosa compostare
Non tutto il materiale organico che abbiamo a disposizione è compostabile e... non tutto il materiale che pensiamo sia organico lo è veramente, specie quando si tratta di carta (ad esempio quella plastificata non è adatta). Di seguito troverete una tabella che vi indirizzerà alla selezione dei vostri scarti e... buon compostaggio!


Morale della favola: facendo compostaggio farete del bene all'ambiente e avrete un ottimo concime per le vostre piante.


Clicca sull'immagine sotto per vedere cosa compostare:





domenica 10 marzo 2013

Le Zeppole di San Giuseppe


Un dolce squisito ed economico
Uno dei miei dolci preferiti in assoluto è la zeppola di San Giuseppe, peccato (o per fortuna) si trovi nelle pasticcerie solo a marzo, in occasione del Carnevale e della Festa del papà. Sarà per questo che ho imparato a farmele in casa, scoprendo che, tra l’altro, sono facilissime da fare e ad un costo veramente irrisorio. Ho scoperto anche che questo dolce ha un’origine che si perde nel buio dei tempi: le sue radici affondano addirittura nell’antica Roma, nelle “Liberalia”, le feste in onore del dio Bacco, dove il vino scorreva a fiumi accompagnato da frittelle di frumento fritte. La zeppola moderna, però, nasce ufficialmente solo nel 1837, a Napoli, ad opera di Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino e noto gastronomo dell’epoca. Da quando è stata istituita la festa del papà,  il 19 marzo 1968, la zeppola ne è divenuta il dolce ufficiale. Ne esistono due varianti: quella fritta, l’originale, e quella al forno, più salutare da un punto di vista dietetico (che per me va benissimo!).

Ricetta per circa 20 zeppole
Ingredienti impasto: mezzo litro di acqua, 50 gr di burro, 250 gr di farina, 7 uova intere, sale fino.
Ingredienti crema: 1 litro di latte, 6 tuorli d’uovo, 12 cucchiai di zucchero, 6 cucchiai di farina, 1 limone.
Guarnizione: zucchero a velo, ciliegie candite.
Procedimento: Mettere in una pentola l’acqua, il burro e un pizzico di sale e accendere il fuoco a fiamma media. Poco prima che l’acqua inizi a bollire, versare la farina e mescolare in modo energico con una frusta fino a quando il composto non si staccherà dai bordi per formare una specie di “palla”. Aggiungere le uova, ma uno alla volta, continuando a mescolare con la frusta, anche elettrica se ce l’avete, e fate riposare l’impasto ottenuto per almeno 20 minuti.
Mettere il composto in una sacca per i dolci e, sulla teglia da forno, creare delle specie di ciambelle delle dimensioni che preferite, infornare a 180 gradi per circa mezz’ora, o comunque fino a quando non saranno dorate (ogni forno è diverso dall’altro, meglio regolarsi ad occhio).
Crema: unire in una ciotola i tuorli d’uovo allo zucchero, quindi aggiungere la farina, un cucchiaio alla volta, e amalgamare per bene. Mettere il latte sul fuoco e farlo scaldare senza giungere all’ebollizione e versarvi il composto precedentemente ottenuto insieme a due pezzetti di buccia di limone, girare fino ad ottenere un composto cremoso. Far raffreddare e guarnire le zeppole con la crema inserita in una sacca per dolci. È possibile ottenere una crema chantilly aggiungendo alla crema normale della panna. Il tocco finale sarà spolverare le zeppole con lo zucchero a velo e aggiungere una ciliegia candita sulla sommità.


Morale della favola: le zeppole sono dolci squisiti ed economici, che è possibile fare in casa senza troppa fatica.



lunedì 26 settembre 2011

Le lampadine a risparmio energetico e i rischi per la nostra salute

È finita la storia delle vecchie lampadine al tungsteno
Se avessi scritto questo articolo sulle lampadine a risparmio energetico (o lampade fluorescenti compatte o, nella vecchia dicitura, lampade al neon) qualche anno fa, vi avrei consigliato di utilizzarle al posto delle normali lampadine ad incandescenza, ma ci ha pensato l'Unione Europea a stabilire che, entro il 2012, queste ultime non potranno essere più prodotte e dovranno sparire dal commercio entro il 2016. Le lampadine a risparmio energetico diventeranno quindi la principale fonte per l'illuminazione pubblica e domestica, con i tanti vantaggi che ne deriveranno.

Lampadine a confronto
Le lampadine ad incandescenza sono le comuni lampadine, costituite da un bulbo in vetro riempito di gas inerte, all'interno del quale un filamento di tungsteno, attraversato dalla corrente elettrica, crea una resistenza diventando incandescente ed emettendo luce. Una luce modesta, una grossa produzione di calore, un precoce invecchiamento (circa 1000 ore di vita) e un forte consumo energetico (classe di efficienza energetica F o G). Esistono da 25-40-60-75-100-150-200 watt. Ma hanno anche alcuni vantaggi rispetto alle lampadine a risparmio energetico: non hanno bisogno di tempo per “carburare” ed arrivare ad emettere tutto il loro potenziale luminoso, la luce è calda, con un ottimo indice di resa cromatica, l'intensità luminosa può essere regolata attraverso apposite manopole dette “dimmer”, hanno dimensioni ridotte e soprattutto non sono pericolose per l’ambiente (poi vi spiegherò cosa voglio dire).
Le lampade fluorescenti compatte (CFL), presentano invece numerosi vantaggi: il primo è senza dubbio quello del risparmio energetico (classe di efficienza energetica A), che non si discute, facendo risparmiare fino all'80% rispetto alle lampadine tradizionali. La durata media della loro vita media si aggira sugli otto/dieci anni, che è tantissimo rispetto l'anno di vita medio delle vecchie lampadine. Oggi anche le loro dimensioni, rispetto al passato, sono notevolmente ridotte grazie alla loro forma a serpentina o spirale, dimensioni paragonabili a quelle delle lampadine classiche. Ma come funzionano? Agli estremi del tubolare sono presenti degli elettrodi che, attraversati dall’energia elettrica, fanno sì che si attivi una sostanza fluorescente presente nel tubolare stesso, la quale emetterà radiazioni ultraviolette che, a contatto con determinate polveri sempre all’interno del tubo, si trasformeranno in radiazioni luminose. La qualità della luce emessa dipende molto dal tipo di miscela fluorescente utilizzata, che può variare da un tipo di lampadina ad un altro. Le miscele di polveri di ultima generazione hanno permesso di ottenere delle tonalità di luce non dissimili da quelle delle vecchie lampadine ad incandescenza, con un indubbio vantaggio del comfort visivo. Possiamo lasciarle accese senza troppi patemi d’animo: meno accensioni e spegnimenti hanno, più durano e meno consumano!


Ma non tutti sanno che…
L’allarme è partito addirittura nel lontano 1990 negli USA, quando l’EPA (Environmental Protection Agency) aveva riscontrato la presenza di grosse e anomale concentrazioni di inquinanti nelle acque di drenaggio delle normali discariche, tra cui il mercurio, la sostanza più inquinante presente sul nostro pianeta. E sì, purtroppo nella sostanza fluorescente alla base delle lampadine a risparmio energetico c’è il mercurio, la cui oscillazione degli atomi trasforma i raggi ultravioletti in raggi luminosi, come descritto precedentemente. Pensate che 1 milligrammo di mercurio è capace di inquinare 4000 litri di acqua! Questo, purtroppo, smentisce l’idea comune dell’eco-compatibilità di queste lampadine, visto che dietro al “mito” del risparmio energetico c’è il problema delle sostanze tossiche in esse contenute. Il problema non è tanto nel processo di smaltimento, che dove eseguito correttamente non dovrebbe comportare nessun danno ambientale, ma sorge qualora lo smaltimento non avvenga come stabilito dalla legge o non avvenga proprio. Si è calcolato che la quantità di mercurio riversato nell’ambiente a causa del mancato smaltimento delle CFL raggiungerà la spaventosa cifra di 3 tonnellate nel 2020! È assurdo che nel 2011 la Comunità Europea abbia deciso di mettere al bando le vecchia lampadine ad incandescenza senza che in Italia si sia fatta una campagna per il corretto smaltimento delle lampade fluorescenti compatte, che finiscono nei normali bodoni della spazzatura riversando nell’ambiente il pericolosissimo mercurio. Pensateci bene: ma le sapevate queste cose? Dove buttate le vostre lampadine a risparmio energetico? Siete consapevoli che buttando una lampadina a risparmio energetico nella pattumiera date il vostro piccolo contributo al disastro ambientale?

Come si smaltiscono le lampadine a risparmio energetico?
Le lampadine a risparmio energetico, una volta esaurite, diventano “rifiuti pericolosi” e non possono essere smaltite nella normale pattumiera o nel cassonetto. Cosa farne allora? Qui le notizie a disposizione sono poche e poco precise. Dal novembre 2007 il decreto ministeriale 185/2007 ha reso operativo il decreto legislativo 151/2005 che disciplina proprio lo smaltimento di questo tipo di prodotti: in teoria bisognerebbe riconsegnare queste lampadine esaurite nei punti vendita, come avviene per i normali elettrodomestici usati, per cui già paghiamo una tassa di riciclaggio anticipata di 22 centesimi per lampada. In verità nessun punto vendita le accetta, perché, anche se c’è il decreto, nessuno ha detto come si deve fare lo smaltimento ed i negozi rifiutano di accumulare lampade usate che non sanno poi dove buttare (finiranno ugualmente nella normale pattumiera?). Nel 2004 è stato addirittura creata Ecolamp, un consorzio per il recupero e lo smaltimento di apparecchiature di illuminazione, che, è evidente, non funziona. La mia esperienza personale è di aver tentato la riconsegna di alcune lampadine esaurite in tre punti vendita, ma gli addetti sono caduti dalle nuvole. Le lampadine le ho ancora qui a casa, in attesa che qualcuno si degni di farmi sapere cosa ne devo fare.

Quando la lampadina cade e si rompe…
Ma cosa succede in casa se dovesse rompersi una lampadina a risparmio energetico? Nessuno ci parla dei reali rischi che si corrono nel contatto con le polveri e le altre sostanze che si liberano nell’ambiente dopo la rottura di una CFL o fluorescente tubolare. A livello di Comunità Europea, al momento esiste solo un’interrogazione che rende noto il problema, ma nulla di concreto per la tutela dei cittadini. A questo punto torna in nostro aiuto l’EPA - Enviromental Protection Agency, che ha pubblicato un testo, aggiornato il 25 febbraio 2008, con suggerimenti sui comportamenti da adottare in caso di rottura di questa lampadine, per tutelare la salute e rimuovere-smaltire le scorie:
1) Spegnere i sistemi di condizionamento e aerare il locale per almeno 15 minuti;
2) non usare aspirapolvere o scope, che potrebbero causare la frammentazione e la dispersione delle particelle di mercurio;
3) non raccogliere frammenti e polveri con le mani, ma aiutarsi con corpi rigidi, come fogli di cartone;
4) sistemare il materiale raccolto all’interno di contenitori ermetici (ad es. vasi di vetro con coperchio o sacchetti di plastica);
5) se avete erroneamente usato un aspirapolvere per raccogliere le scorie, rimuovere il sacchetto interno e riporlo senza aprirlo in un sacco di plastica a chiusura ermetica;
6) se gli indumenti sono entrati in contatto con le polveri fuoriuscite dalla lampadina, non lavarli assolutamente in lavatrice, ma riporli all’interno di contenitori ermetici ed eliminarli;
7) portare in discarica i materiali sigillati, affinché vengano adeguatamente smaltiti.
Abbastanza allarmante, vero? Ma non finisce qui. È dello scorso anno la notizia, ripresa dalla AdnKronos, che l’Ufficio Federale della Sanità Pubblica Svizzera, dopo un’indagine svolta dalla It'Is Foundation di Zurigo, ha avvertito che le lampade a risparmio energetico producono un campo magnetico il cui valore di intensità, rilevato a distanze inferiori a trenta centimetri, supera i limiti stabiliti per la sicurezza. Le lampade a risparmio energetico sono dotate di un trasformatore ed emettono campi elettrici e magnetici a bassa e media frequenza, che possono generare nell’organismo umano correnti elettriche in grado di provocare infiammazioni di nervi e muscoli. Per questo motivo, “a titolo prudenziale”, l’ente svizzero invita a mantenere “un’opportuna distanza”, soprattutto se queste lampadine restano a lungo accese e in vicinanza di una persona, come nel caso di lampade poste sulle scrivanie.


Morale della favola: le lampade fluorescenti compatte ci permettono di risparmiare energia, ma sono pericolose per l’ambiente e la salute perché contengono mercurio. Lavoriamo tutti coscienziosamente per un loro corretto smaltimento, in attesa di normative specifiche.





giovedì 8 settembre 2011

Macintosh: un computer per la vita

Dopo anni di disavventure con il PC, ho deciso di cambiare bandiera
Nel primo articolo di questo blog abbiamo detto che lo strumento principe per la nostra economia domestica è senza ombra di dubbio internet, grazie al quale possiamo attingere informazioni, fare acquisti, usufruire di servizi, ecc… Non è bello avere il PC in panne quando facciamo tutto (o quasi) su internet, specialmente se abbiamo un conto corrente on-line e facciamo tutte le operazioni al computer. Ma… meglio Pc o Mac? Digitando questa domanda su Google, escono centinaia di risultati nei quali si difendono a spada tratta l’uno o l’altro computer. Io mi sono fatto la mia idea, ma non starò qui a parlarvi di velocità, di design, di RAM, di MegaHertz, di schede grafiche, ecc… non ne sono all’altezza e sicuramente un ragazzino di 15 anni smanettone di computer potrebbe parlarvi di questi argomenti più e meglio di me, ma vi parlerò della mia esperienza personale e di una scelta di affidabilità che ho deciso di fare l’estate dello scorso anno.

La mia esperienza
Ho comprato il mio primo computer nel 1998 ed era un PC, sistema operativo Windows 95. Nel 2000 ho avuto il mio primo grande crack, non so dirvi di preciso cosa sia successo, ma l’hard disk è andato in fumo e con lui tutti i dati (documenti word, e-mail scaricate su Outlook, foto, mp3, ecc…). Dopo questo spiacevole episodio è arrivato un nuovo PC ed ho iniziato con la buona abitudine di masterizzare su cd tutti i dati ogni sei mesi circa. Nel 2003 mi sono sposato ed è entrato in casa il primo Mac, un iMac. Non era mio, ma di mia moglie, che di lavoro fa la grafica pubblicitaria, lo usava solo per lavorare e non aveva il modem attivo per navigare. Nonostante ciò, io continuavo orgogliosamente con il mio PC. È importante dire che, se non sei un esperto di computer ed hai un PC, è fondamentale avere un amico/tecnico che ti segua costantemente nei vari problemi che il PC dà di tanto in tanto. Senza l’amico/tecnico non vivi. Nel 2004 il secondo crack al mio PC, nuovamente l’hard disk da buttare. Praticamente è accaduto mentre stavo istallando un nuovo programma scaricato da internet. Questa volta non ho cambiato tutto il PC, ma solo l’hard disk. Il tecnico mi consigliò vivamente di non istallare programmi così allegramente, dicendo che Windows è un sistema assolutamente stabile se ci si accontenta dei programmi del pacchetto istallato da lui. Mi occorreva salvare dei dati dall’hard disk e lui me li recuperò alla “modica” cifra di 50 euro. Siccome al crack erano seguiti anche tutta una serie di disagi legati alla mancanza di internet, prolungata per circa un mese, decisi di non istallare più nulla, tanto con un Word, un Photoshop, un Nero e un browser avevo tutto quello che mi serviva. Mia moglie continuava imperterrita con il suo iMac.

Arriva il Mac
Anno di svolta il 2007: mia moglie cambia il computer, ma non perché il vecchio si sia rotto (otto anni di onorato servizio, mai rotto, tutt’ora funzionante), ma perché aveva bisogno di maggiori prestazioni per il suo lavoro. Arriva in casa un G5, questa volta con il modem attivo e quindi on-line, una macchina poderosa che mi ha subito creato una certa sindrome di inferiorità. Io, da parte mia, subivo il terzo crack. A detta del tecnico avevo preso un virus da internet e io gli chiesi come poteva un virus mandare in panne un hard disk, lui rispose che ci sono dei virus che riescono a far girare vorticosamente il disco rigido fino a farlo fondere e probabilmente mi era successo questo. Scopro che i Mac non prendono virus. In attesa della riparazione del mio computer, mi misi un po’ a navigare con il G5 e l’impressione era di un computer molto più veloce, molto più semplice da usare, dai colori molto più vivaci e dalle immagini molto più definite di un PC. Ma non volli dare a mia moglie la soddisfazione di dirglielo, lei aborriva i PC e me ne diceva di tutti i colori contro Bill Gates e il suo Windows. Iniziai a conoscere il mondo Apple, il suo guru Steve Jobs, la Silicon Valley, gli iPod e gli iPhones, l’orgoglio Mac. Torna in funzione il mio PC, ma da quel giorno in poi non disdegnavo andare, di tanto in tanto, sul G5 per navigare e vedere i video su YouTube, che lì andavano spediti e non a scatti come sul PC. Estate 2010: quarto crack del mio PC. Senza apparenti ragioni. Il tecnico mi disse che “i PC lo fanno”. Mentre mia moglie continuava imperterrita con i suoi computer Apple, che nemmeno si puntano una volta. A questo punto necessitava una scelta di vita, bando al mio orgoglio, bando all’orgoglio Windows, crepi l’avarizia (i Mac costano qualcosina in più rispetto ai PC), sono un quarantenne tipo e non uno di quegli adolescenti con il cacciavite in mano e i PC aperti a prendere aria, a scaricare e istallare programmi senza licenza, ad entrare nei BIOS dei PC e modificarli alla fonte, non sono capace di tutto ciò, io ho bisogno di stabilità, di sicurezza. Ho detto al tecnico di portarsi via il PC, mi sono fatto arrivare a casa un bellissimo portatile MacBook Pro e da quel giorno la mia vita è cambiata. Per sempre!

Dopo avervi raccontato la mia esperienza personale, ora dovrei parlarvi un po’ dei computers Macintosh e delle loro meraviglie, ma non credo di poterlo fare meglio della Apple stessa, quindi vi invito a visitare questa pagina: Apple computers


Morale della favola: se non siete degli “smanettoni” del PC e avete bisogno di stabilità, prendetevi un Mac. In base alla mia esperienza, il Mac è un computer stabile, efficiente e bello da vedere, costruito per durare nel tempo.


mercoledì 3 agosto 2011

La Classe Energetica degli elettrodomestici

Acquistare in modo intelligente un elettrodomestico può far risparmiare sulla bolletta della luce.
Scegliere un buon elettrodomestico è fondamentale per avere un risparmio sulla bolletta dell’energia elettrica, anche dovendo spendere qualche euro in più per il suo acquisto. Importante è leggere l’etichetta della classe energetica (o classe di efficienza energetica), un indicatore introdotto grazie ad una direttiva dell’Unione Europea che ci permette di capire se un elettrodomestico risulta conveniente per il consumo di energia elettrica necessaria al suo funzionamento. La scala di valutazione va dalla classe A, la migliore, fino alla G, la peggiore, cui di recente ne sono state aggiunte altre: A+, A++ e A+++, con lo scopo di operare un’ulteriore classificazione di merito all’interno della stessa classe. Ciò è stato necessario per valutare non solo il livello tecnologico e il risparmio energetico, ma anche altri fattori, come la quantità di acqua utilizzata, il grado di rumorosità e la produzione di calore. Nell’etichetta ogni lettera sarà accompagnata anche da diversi colori, per rendere ancor più immediato il riconoscimento delle potenzialità del nuovo elettrodomestico che ci si appresta a comprare. Pensate che tra la lettera A e la A+++ c’è circa il 50% di differenza in termini di efficienza energetica!

Risparmiare subito o nel tempo?

Molti si chiedono se spendere di più per un elettrodomestico di classe A sia più conveniente rispetto ad elettrodomestici di classe B, C o D, che magari saranno capaci di farci risparmiare qualche euro nell’immediato, ossia al momento dell’acquisto. Ebbene, i numerosi studi confermano che è assolutamente conveniente acquistare un prodotto di classe A, in quanto l’importante risparmio in energia elettrica andrà ad ammortizzare in breve tempo la spesa iniziale. Il risparmio, ovviamente, durerà poi per tutta la vita del vostro elettrodomestico. Come per ogni nostro gesto teso a risparmiare energia elettrica, non dimentichiamo l’importante contributo dato alla salvaguardia dell’ambiente, in quanto si riducono le emissioni nocive provocate da alcuni procedimenti di produzione di elettricità, come l’uso di combustibili fossili. L’obbligo di applicare le nuove targhette di classe energetica (quelle con A+, A++ e A+++) e di presentare nuovi modelli a sempre minor impatto ambientale, scatterà a partire dalla fine del 2011. Inoltre, per quella data, tutti i venditori saranno obbligati ad indicare la classe degli elettrodomestici anche sul materiale pubblicitario, sia cartaceo che su internet. Alcuni grandi marchi, come ad esempio la Candy, hanno già presentato i loro nuovi modelli di frigorifero classe A+++, capaci di abbattere i consumi di energia elettrica di più del 50% rispetto agli equivalenti di classe A, grazie ad innovativi sistemi di refrigerazione, comportando un risparmio di 220 kWh annui e con un totale di 1000 kg di CO2 emessi in meno ogni anno nell’atmosfera.

Risparmiare energia elettrica si può!
Leggere l’etichetta della classe energetica è quindi un buon esercizio per la vostra economia domestica, ma ricordatevi che potete fare ancora di più adottando dei comportamenti semplici quanto efficaci per incrementare ulteriormente il vostro risparmio. Non esagero quando dico che la prima fonte di energia nel nostro Paese potrebbe essere il buon senso, ossia limitare gli sprechi, che a volte sono vergognosi (pensate a tutte le luci accese che spesso si vedono negli uffici chiusi di notte, specie in quelli pubblici, ahimè!). Quindi seguite sempre queste sei piccole e semplici regole:
1- Quando uscite da una stanza, per favore, spegnete la luce! Il portafogli e l’ambiente ve ne saranno grati.
2- Non lasciate gli elettrodomestici in stand-by, specialmente televisori, videoregistratori, decoder, ecc…: il consumo della “lucetta accesa” può farvi spendere fino a 100 euro l’anno Munitevi di multipresa (o ciabatta elettrica) con interruttore, che spegnerete ogni sera prima di andare a dormire. In questo modo eviterete anche possibili corti circuiti e conseguenti incendi, facendo una scelta di sicurezza.
3- Accendete la lavatrice e la lavastoviglie solo a pieno carico.
4- Non comprate il frigorifero incassato nella mobilia della cucina e posizionatelo sempre lontano dal forno.
5- Evitate il più possibile l’uso del ferro da stiro, per molti indumenti è sufficiente estrarli immediatamente dalla lavatrice appena terminato il lavaggio e stenderli subito ben piegati, magari usando delle grucce per stendere maglie, magliette e camicie.
6- Usate il condizionatore solo quando è strettamente necessario e non esagerate con la temperatura, 18°/20° sono l’ideale, oltre andrete solo a mettere a rischio la vostra salute, oltre che far pesare il consumo di energia elettrica sul bilancio familiare.

Morale della favola: prima dell’acquisto di un elettrodomestico, leggere l’etichetta della classe energetica, farete del bene al vostro portafogli e al nostro pianeta. Usate, inoltre, piccoli accorgimenti quotidiani per risparmiare energia elettrica.